Ispi: La svolta di Angela

La proposta del Recovery Fund: riuscirannoi nostri “amici” Angela ed Emmanuel a vincere l’opposizione dei falchi europei?

20 maggio 2020
LA SVOLTA DI ANGELA
La proposta franco-tedesca per un Recovery Fund introduce un debito comune europeo e imprime una sterzata decisiva per il futuro dell’Unione europea. Ma come e perché la Germania, a sorpresa, ha rotto gli indugi? [https://campaign-image.eu/zohocampaigns/28716000027054550_zc_v8_merkel_daily3.jpg]
Ci voleva la pandemia e l’ombra della peggior recessione della storia moderna, perché la Germania rompesse il tabù della messa in comune di un debito europeo. La proposta franco-tedesca apre un varco e fa il primo passo: si comincia con 500 miliardi presi in prestito dalla Commissione sui mercati, a condizioni sicuramente più favorevoli di quelle a cui ciascun singolo stato avrebbe potuto ambire da solo in un momento in cui l’epidemia ha messo in ginocchio le economie di tutto il continente. I fondi, ed è questa un’altra svolta, non verranno ripartiti proporzionalmente in base alle contribuzioni dei paesi membri, ma verranno usati per aiutare solo le regioni più colpite, in base ai loro bisogni. Certo bisognerà capire in che modo saranno erogati, a quali condizioni e interessi e se sarà richiesto un aumento del contributo per il bilancio europeo 2021-2027 di cui il fondo è un importante capitolo, ma la proposta segna un cambio di passo in nuovo percorso comune, impensabile fino a poche settimane fa. “La proposta franco-tedesca è ambiziosa, mirata e benvenuta” ha detto la presidente della Banca Centrale Christine Lagarde, in un’intervista a quattro quotidiani europei<ispo.maillist-manage.eu/click.zc?od=2f2e831ae0e14bcd35d9ef6160d214074&repDgs=166050cc4fc20cf&linkDgs=166050cc4fb91fc&mrd=166050cc4fb3702&m=1>. Ora la palla è nel campo della Commissione che dovrà presentare la sua proposta. “Accolgo con favore – ha dichiarato Ursula Von der Leyen – la proposta costruttiva fatta da Francia e Germania, che va nella direzione su cui sta lavorando la Commissione”. La proposta, che probabilmente sarà presentata a giugno, dovrà essere approvata all’unanimità dai 27. E dal fronte dei paesi cosiddetti ‘frugali’<ispo.maillist-manage.eu/click.zc?od=2f2e831ae0e14bcd35d9ef6160d214074&repDgs=166050cc4fc20cf&linkDgs=166050cc4fb91fe&mrd=166050cc4fb3702&m=1>, Austria, Olanda, Svezia e Danimarca, già si segnalano malumori. L’intesa non sarà facile e potrebbero non mancare altri colpi di scena. [https://campaign-image.eu/zohocampaigns/28716000027054550_zc_v18_in_numeri___recovery_fund2.jpg]<ispo.maillist-manage.eu/click.zc?od=2f2e831ae0e14bcd35d9ef6160d214074&repDgs=166050cc4fc20cf&linkDgs=166050cc4fb9200&mrd=166050cc4fb3702&m=1> Un’Europa più unita?
Ai giornalisti che dopo la presentazione della proposta le rivolgevano la domanda: ‘ma alla fine chi paga?’ Angela Merkel ha risposto: “L’obiettivo è che l’Europa esca rafforzata, unita e solidale da questa crisi”, costi quel che costi, e con uno sforzo “senza paragoni nella storia dell’Ue”. Non a caso Le Monde l’ha definita “una rivoluzione”<ispo.maillist-manage.eu/click.zc?od=2f2e831ae0e14bcd35d9ef6160d214074&repDgs=166050cc4fc20cf&linkDgs=166050cc4fb9202&mrd=166050cc4fb3702&m=1> . Il problema ora è che la proposta della Commissione dovrà essere approvata all’unanimità dai 27 Stati membri insieme al bilancio Ue per i prossimi 7 anni. Non sarà una passeggiata: i paesi del Nord Europa, da sempre contrari alla messa in comune dei debiti e ai trasferimenti di risorse tra Nazioni hanno già manifestato il loro dissenso mentre da quelli dell’Est si levano scudi<ispo.maillist-manage.eu/click.zc?od=2f2e831ae0e14bcd35d9ef6160d214074&repDgs=166050cc4fc20cf&linkDgs=166050cc4fb9204&mrd=166050cc4fb3702&m=1> contro l’ipotesi che i loro storici fondi strutturali subiscano dei tagli.
Inversione a ‘U’?
A dare un’accelerazione all’accordo tra Macron e Merkel, dopo settimane se non anni di indecisione, potrebbe aver contribuito paradossalmente il pronunciamento di Karlsruhe. Appena due settimane fa infatti, i giudici della corte costituzionale tedesca che avevano parzialmente bocciato il Quantitative Easing<ispo.maillist-manage.eu/click.zc?od=2f2e831ae0e14bcd35d9ef6160d214074&repDgs=166050cc4fc20cf&linkDgs=166050cc4fb9206&mrd=166050cc4fb3702&m=1>, il massiccio acquisto di titoli di stato da parte della Bce di Mario Draghi. La sentenza, che minacciava di delegittimare le future decisioni europee in materia di politica monetaria, ha avuto l’effetto di uno squillo di tromba. La cancelliera, osserva Politico,<ispo.maillist-manage.eu/click.zc?od=2f2e831ae0e14bcd35d9ef6160d214074&repDgs=166050cc4fc20cf&linkDgs=166050cc4fb9208&mrd=166050cc4fb3702&m=1> ha finalmente messo in pratica le raccomandazioni derivanti da quello che, dalla crisi del 2008 in poi, sarebbe divenuto il suo mantra: “se l’euro crolla, l’Unione Europea crolla”.
L’eredità di Frau Merkel?
Ma perché dopo 15 anni di prudenze, Angela Merkel ha ceduto alle pressioni francesi, tanto più che per far passare la proposta, dovrà affrontare numerose resistenze anche in casa<ispo.maillist-manage.eu/click.zc?od=2f2e831ae0e14bcd35d9ef6160d214074&repDgs=166050cc4fc20cf&linkDgs=166050cc4fb920a&mrd=166050cc4fb3702&m=1>? In primis grazie al grande capitale politico frutto della gestione della pandemia, da cui esce con livelli altissimi di popolarità<ispo.maillist-manage.eu/click.zc?od=2f2e831ae0e14bcd35d9ef6160d214074&repDgs=166050cc4fc20cf&linkDgs=166050cc4fb920c&mrd=166050cc4fb3702&m=1> proprio mentre il suo cancellierato volge al termine. In secondo luogo, la cancelliera sa che la crisi causata dal coronavirus è una sfida totalmente diversa dalla crisi del debito dell’Eurozona, a cui non è possibile applicare argomenti ‘di principio’ come quello di compensare le cattive gestoni finanziarie dei singoli stati. Terzo, ma non ultimo, Frau Merkel sa che garantire un’Europa stabile basata su un’economia solida, è di supremo interesse per la Germania che potrà prosperare solo in un continente prospero.

Le decisioni delle prossime settimane saranno cruciali anche per rilanciare la credibilità di un’Europa forte, capace di navigare nelle acque in tempesta dello scontro globale Usa-Cina. Mentre la crisi del coronavirus accelera la rivalità tra le due superpotenze in piena guerra commerciale e di propaganda, Merkel potrebbe aver consegnato all’Europa la sua eredità politica<ispo.maillist-manage.eu/click.zc?od=2f2e831ae0e14bcd35d9ef6160d214074&repDgs=166050cc4fc20cf&linkDgs=166050cc4fb920e&mrd=166050cc4fb3702&m=1> e con essa, la possibilità di ergersi a modello di interdipendenza e solidarietà tra paesi.

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