Pensiero del giorno

4 maggio 2020

Spesso, la sera, poso il libro per ascoltare musica e mi domando: che cos’è la musica? Non credo affatto che sia un’imitazione del canto degli uccelli, in essa c’è qualcosa di molto misterioso e di terrificante. Grazie agli archivi noi ora sappiamo (è una scoperta piuttosto recente) che la sera in cui, all’Opera di Vienna, andava in scena il Rienzi di Wagner con un allestimento grandioso, il signor Adolf Hitler e il signor Hertzel, il grande giornalista, ne traevano conclusioni antitetiche. Lasciando il teatro Hitler confessò che davanti ai cori aveva avuto una visione del modo in cui si possono dirigere le folle. Quanto a Hertzel, egli scrisse nel suo giornale che quella sera aveva capito che Gerusalemme e il sionismo erano obiettivi possibili. Stessa musica, stessi accordi, stessi contrappunti. Nietzsche ne deduceva che la grande arte è al di là del bene e del male, e ciò equivale a constatare la potenza della musica sull’umana condotta. E Lenin diceva di non potersi permettere di ascoltare L’appassionata di Beethoven. Mi pongo il problema di ciò che fa la musica quando entra in noi, qual è la sua vita interiore, in che cosa ci cambia, perché può intorbidare la limpidezza di una visione morale.

George Steiner


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